La Street Photography, la fotografia di strada.
Odio questo tipo di foto!
Lei è li che ti chiama “coglimi, prendimi… eddai sù, prima che me ne vada“; e, se hai la macchina fotografica in mano, ci caschi.
Ma poi mi chiedo: “cha cazzo ho fatto? Perchè? Per il piacere di cogliere l’attimo?”
Ma quanto deboli siamo, noi fotografi, nei confronti del piacere edonistoco di portare a casa una foto rubata, una “bella” foto.
Parafrasando una bella definizione di Michele Smargiassi, quella foto è una finestra o è semplicemente uno specchio che riflette il nostro ego? Mah… come lui stesso conclude “la cosa importante è non sbatterci la testa su quel pezzo di vetro“, trasparente o riflettente che sia.
La foto di strada è una puttana.
Mavaff…
AGGIORNAMENTO
Ieri sera (grazie all’incomparabile Michele Smargiassi, sempre lui!) ho scoperto che c’è un modo molto più elegante per definire la Foto Zoccola, quella che dal marciapiede ti chiama, che se hai la macchina fotografica al fianco come in questo caso, ti seduce.
Si dice “Gosh Moment“, così come lo chiama Joel Meyerowitz (di cui si inaugura oggi una mostra tutta di vedere e rivedere a San Vito al Tagliamento, organizzata dal CRAF).
Ma, al di là delle battute, mi sorge una riflessione su quanto sia effettivamente “la Macchina Fotografica a fare il fotografo” e, di conseguenza quanto, sia effettivamente “il fotografo a fare la Foto“.
Odio essere associato a un genere fotografico, sono fiero del mio mediocre eclettismo e non mi va di essere etichettato come “fotografo sportivo”, “fotografo di nudo” ecc…
Ma se quando uso il digitale sono fotogiornalista, se col medio formato sono fotografo di nudo ecc. …innegabilmente quando uso una tascabile divento puttaniere.
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